Arcano la Seconda Era

19° capitolo

All'ultimo respiro

Gli scontri attorno alla Kioskas di Kolise continuavano senza sosta, e ben presto anche le coraggiose Koguars dovettero rientrare nel bastione per evitare di essere intercettate. Una lunga colonna di ribelli era scesa dalle montagne, richiamata dalla notizia di una prossima resa delle Amazzoni, ed ormai si profilava un vero e proprio assedio.

- Sentono l'odore del sangue ed il profumo della pelle nuda, - disse Niage, sopraggiunta col suo carro nella speranza di raccattare parte del bottino - ma da quello che vedo siamo ben lontani dal stanare le Amazzoni dal loro rifugio.

- Ho lasciato che la notizia circolasse per impinguare le nostre fila che andavano assottigliandosi, - ammise Tanar - stiamo pagando un prezzo troppo alto per una sola Kioskas.

- Le Kioskas sono i pilastri di un grande castello di carta, - sogghignò la strega - se ne prendi una, tutto il resto crolla in un baleno!

- Lo scopo primario era quello di distogliere l'attenzione dal Tempio e permettere a Norman di chiudere l'accordo con Ylea.

- Allora hai finito di combattere... le ossa dei morti mi hanno detto che le Sacerdotesse sono in viaggio verso Krymenia, tranne una che ha preso la strada più breve per un altro inferno!

- Non posso dire agli uomini che i loro compagni sono morti per nulla...

- Questi sono solo animali, - continuò Niage - dietro la collina ci sono le fattorie dei contadini... mandali laggiù a razziare le botti di vino e vedrai che si accontenteranno anche delle vecchie fattrici.

- ...e tu dove andrai?- le domandò Tanar.

- Io vado a raggiungere il mio nuovo padrone, a quest'ora avrà già convinto Ylea che è tempo di perdonarmi. Mantieni il tuo assedio Comandante, abbiamo bisogno che la tensione sia alta quando tra due giorni si riunirà il Consiglio delle Madras al cospetto dell'Imperatrice, ed il rosso sarà il colore del suo abito!

- Un giorno mi spiegherai come fai a conoscere il futuro...

- Ogni strega è in confidenza con i demoni che vivono nell'ombra... e con le sue spie.

Il Consiglio Supremo si tenne esattamente così come aveva predetto la strega e Nimira arrivò al centro del Pulp vestita di un lungo abito scarlatto.

- Troppo sangue è caduto sulla Terra dell'Arcano, - sospirò - ne sento l'odore acre che impregna i fuochi fuori dalla Kioskas

- E' stata un'imprudenza riunirci qui, a due passi dalla battaglia, - le fece eco Madras Nokea - non oso pensare cosa accadrebbe se sferrassero l'attacco risolutivo proprio ora!

L'Imperatrice affrontò i temi scottanti della libertà e della guerra con un lungo discorso che partiva dall'alba dei tempi, diede ad ognuna il permesso d'interromperla in ogni istante, ma su un punto preciso fu inflessibile: - ...non tratteremo né con i ribelli né con gli stranieri che vogliono interferire nella vita del nostro pianeta!

- E come finirà questa guerra? - la incalzò Ylea - Non è fingendo che gli stranieri non esistono che riusciremo a sopravvivere... non è come con gli Stati dell'Unione che si sono accontentati di costruire una decina di torri di controllo su cui sbattere la loro odiosa bandiera, ora ci sono due popoli che si combattono ed hanno lo stesso nome.

- Gli Hammers sono coloro che riconoscono il potere dell'Imperatrice, - la interruppe Klara - gli altri non sono altro che ribelli!

- Gli altri controllano una porzione di questo pianeta esattamente come fanno le Truppe Imperiali e non sono sicura che il potere dell'Imperatrice li tenga lontani dalle nostre case... e dai nostri figli!

- Puoi forse asserire che finora non è stato così?- la sfidò l'Amazzone.

Ylea chiese il permesso di mostrare le sue prove al Consiglio Supremo, poi chiamò due delle sue guardie che trascinarono un pesante sacco di juta. Lentamente sciolse il legaccio che ne serrava l'apertura, poi di colpo lo rovesciò sul pavimento davanti all'Imperatrice.

La testa della giovane Sacerdotessa sgozzata rotolò a fianco del suo corpo, martoriato dalle sevizie, immediatamente Nokea riconobbe la sua protetta e si gettò in ginocchio ai suoi piedi gridando vendetta. Il silenzio divenne padrone del Pulp e nessuno osò interromperlo.

Fu l'Imperatrice in persona a sollevare la Madras per darle conforto, poi l'accompagnò a sedere e ritornò per ricomporre il capo della giovane accanto al suo cadavere. Non c'era un lembo di pelle che non portasse i segni di uno scudiscio per cavalli e le ferite inferte ai suoi organi vitali erano così profonde da mostrare le ossa. Le costole era state divelte ed il cuore strappato con una furia animale.

- Non è stata una fiera a ridurla così, - sussurrò Ylea, mostrando tutto il suo disgusto - almeno le bestie non violentano una fanciulla prima di divorarla. Quante delle nostre figlie devono ancora subire questo trattamento prima che "il potere" dell'Imperatrice decida di agire?

- Dove l'hai trovata, - chiese Nimira, cercando nello sguardo di Ogni Madras la reazione a quel grande dolore - ...e dove sono le altre?

- A Krymenia! - gridò la Madras - E la responsabilità di questa tragedia ricade  sull'incapacità della tua protetta che non ha saputo vegliare entro i propri confini.

L'Imperatrice si avvicinò a Ylea e la guardò dritta negli occhi. - Non era stata affidata a te la protezione del Tempio, - le chiese - e dov'erano le tue Amazzoni mentre i ribelli assalivano le Sacerdotesse?

- Rispettavano la tregua voluta da Klara, - mentì spudoratamente - ma questa è l'ultima volta che prendo ordini da lei.

C'era brusio nell'aria, scivolava sulle labbra delle Madras senza riuscire a tramutarsi in parole, ma fu Kolise ad avere il coraggio di pronunciare la frase che mai nessun Hammers avrebbe pensato di sentire: - ...questa tua affermazione equivale a disconoscere il potere dell'Imperatrice.

- Sia messa ai voti la mia mozione di sfiducia,- sentenziò Ylea - questo Consiglio ha dato vita al nuovo Impero e può quindi decretarne anche la fine, hanno diritto di voto tutte la Madras che non sono parte in causa e la maggioranza assoluta è sei.

Nessuna si mosse, nessuna osò fiatare, ma alla fine, una ad una, si portarono al centro del Pulp per lasciar scorrere il proprio sangue sul sigillo imperiale.

Quando venne il turno di Nokea, quattro Madras erano restate fedele all'Imperatrice e cinque avevano votato contro. Sarebbe stata la sua ultima decisione a stabilire da quale parte doveva pendere la bilancia.

Guardò il corpo senza vita della sacerdotessa stesa sul pavimento, ed ebbe un'ultima carezza per quel viso strappato alla propria anima, poi si prostrò ai piedi di Nimira e le chiese perché fosse accaduta una simile sciagura. 

L'Imperatrice si portò lentamente al centro del Pulp e lasciò cadere il suo mantello scarlatto. Sotto di esso, stretto sulla pelle nuda, portava il corpetto di cuoio delle Amazzoni ed i fregi delle Kopler. La sua schiena era ricoperta di tatuaggi tribali. Per meglio mostrarli al Consiglio, scostò con grazia la sua lunga treccia bionda sulla spalla e fece un intero giro su sé stessa.

- Io sono pronta a combattere al fianco di Klara, di Myrt, di Nusuk, di Gana... nel ricordo di Mokada e delle altre guerriere che sono cadute per difendere il nostro popolo dall'aggressione indiscriminata dei ribelli. Si, gli stranieri esistono ed una parte di loro ha fornito armi e supporto ai ribelli per depredarci della Miara, ma non posso dimenticare Nikra che ha dato la sua vita per difendere un pianeta che non era il suo. Il bene ed il male si annidano nel cuore di ogni essere umano in egual misura, ciò che conta è la lealtà nei confronti della propria patria e della propria coscienza, io sono certa di esserlo... e voglio guardarvi negli occhi una ad una mentre pronuncerete queste stesse parole...

- E' il momento di votare, - l'interruppe Ylea, scatenando un suo scatto d'ira - e non di parlare... poi ognuna di noi dovrà attenersi alle decisioni del Consiglio Supremo!

- Dovrai farlo anche tu, - reagì Nokea, versando il proprio sangue a favore di Nimira - dalla tua bocca sono uscite solo parole di odio e disprezzo verso chi ci ha governato con saggezza per tanti anni.

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Abel Wakaam