Arcano la Seconda Era

21° capitolo

Asiram

La smorfia di Dardel non sembrò di buon auspicio, ma Asiram non volle sentire scuse e tirò fuori dal forno un'enorme crostata dal profumo dolciastro. Ne tagliò tre grandi fette e le offrì ai suoi ospiti.

- Tu non ci fai compagnia? - chiese Nusuth, addentando la sua parte con bramosia.

- Non mi piacciono le torte troppo dolci, - rispose l'anziana Mercante, imitata da Dardel che ne mimava ogni gesto - ad una certa età occorre dosare la propria golosità.

Il "troppo dolce" era troppo dolce davvero, ma nessuno osò protestare, e passarono parecchi minuti prima che potessero liberarsi da quella specie di colla che aveva impastato le gengive, mentre gli occhi cercavano affannosamente qualcosa da bere.

- Scommetto che volete del buon rosolio... anche quello lo faccio con le mele ed aggiungo solo zucchero di canna, una vera prelibatezza!

Costatata l'avversione di Asiram per il gusto amaro, i tre cercarono di non contrariarla più di tanto, ma si guardarono bene dal farle i complimenti, onde evitare una seconda razione di quell'orribile intruglio.

- Se andrete a Nosambra, dovrete abituarvi a questo sapore... le Hibryan si nutrono del nettare dei grandi fiori che galleggiano sul filo dell'acqua, e considerano un'offesa gravissima il rifiuto a mangiare con loro.

- Credevo fossero animali, - intervenne Dardel - ho sentito dire che sono provviste di ali e di coda!

- I ribelli che popolano Krymenia non hanno né l'uno né l'altra... eppure non sono certo umani. Per pretendere rispetto occorre prima rispettare chi è diverso da noi, le Hibryan hanno un'anima ed è questa che fa la differenza. Vivono in simbiosi con le zone umide, immerse per gran parte della giornata nelle acque basse che ricoprono quella depressione, e dunque la natura ha provveduto a modificare i loro corpi per renderli più idonei a quelle condizioni ambientali.

Il racconto di Asiram suscitò un grande interesse, ed ognuno cercò d'immaginare a modo suo quelle strane creature che racchiudevano in sé i tratti tipici della razza umana con l'aggiunta di particolari che la mente non riusciva ad amalgamare.

- Lo vedrete con i vostri occhi quando saremo a Nosambra... è inutile che vi sforziate ora per dare una forma alle mie parole...

- Un momento... - reagì Raf - tu non puoi venire con noi fin laggiù!

- Veramente siete voi che non sapreste nemmeno da che parte cominciare senza di me, - rispose la Mercante - io ci vado almeno quattro volte l'anno... ed avevo già fissato di tornarci proprio in questo periodo. Se ve la sentite di seguirmi!

Lo sapevano che stava mentendo, ma nessuno riuscì a farla recedere dai suoi propositi, ed alla fine dovettero accettare le sue condizioni, e fuggire dalla casa prima che fossero costretti a sorbirsi un'altra fetta di torta di mele.

La mattina della partenza c'erano tutti: una dozzina di Amazzoni in assetto da battaglia, Raf GrayWolf con uno dei suoi fedeli lupi e Dardel che controllava ripetutamente nel disordine del suo bagaglio affinché ci fossero tutte le carte della zona e una buona dose d'unguento contro gli insetti.

Nusuth si aggirava nervosamente tra i cavalli allineati davanti al portone, ma non c'era traccia di Asiram. - Meglio così, - esclamò, dando il comando per la partenza - quella simpatica vecchietta ci sarebbe stata d'intralcio in un così lungo viaggio.

La incontrarono ai margini della foresta, in groppa al suo mulo spelacchiato e in compagnia di Asha, abbigliata come una vera Amazzone: - ...non vi spiace vero se mi faccio accompagnare dalla straniera, - esclamò, lasciando tutti senza parole - avevo raccontato anche a lei dell'esistenza delle Hibryan, e non ha saputo resistere alla curiosità!

- A chi altro l'hai detto nonna? - le domandò Raf, cercando di mantenersi serio.

- Faccio prima a dirti a chi non l'ho detto, - rispose la Mercante, incitando alla partenza l'equino che non voleva saperne di muoversi - ma in questo momento non mi sovviene!

Bastò l'offerta di una fetta di torta a convincere l'intero gruppo che era giunta l'ora di mettersi in moto ed il cielo parve indicare la via da seguire, ammantandosi di candide nuvole strappate dal vento in quota.

Tra le Amazzoni c'era Morgana, una prorompente ragazzona dalle forme tonde e sinuose, i suoi grossi seni parevano voler esplodere nello stretto corpetto di cuoio, sotto allo sguardo allibito di Raf che non perse tempo a segnalarla all'incredulo Dardel. - Speriamo che qualche insetto la punga, - sussurrò l'esploratore - non mi dispiacerebbe affatto doverla spalmare con i miei unguenti!

Si era offerta volontaria per quella delicata missione, nella speranza di avere qualche notizia di sua sorella gemella, rapita con le altre Sacerdotesse durante l'attacco al Tempio. Erano state cresciute dalla nonna Labka, e sin dalla giovane età si erano applicate nella difficile arte del combattimento, mettendosi in mostra per la loro abilità nel maneggiare le armi. Seppur intraprendendo strade diverse, le due gemelle non avevano perso l'abitudine alla battaglia, e s'incontravano spesso in segreto per affinare le loro tecniche.

La notizia che Minerva fosse prigioniera a Krymenia, aveva gettato Morgana nello sconforto, ma il loro legame mentale era così forte che a volte le sembrava di poter comunicare con lei. Le immagini che prendevano forma nei suoi pensieri erano spesso di una violenza inaudita, e avvertiva uno strano dolore ai polsi, come se fossero stretti dalle catene.

Il suo sonno era popolato da incubi ricorrenti in cui si sentiva sollevare per le braccia finché le punte dei piedi sfioravano il suolo, poi sensazioni diverse, contrastanti, si miscelavano tra loro, strappandole emozioni irresistibili. Ne era certa, Minerva stava subendo la violenza dei ribelli, e le sue grida lancinanti scivolavano nello spazio e nel tempo alla disperata ricerca di un aiuto.

Morgana si svegliò di soprassalto tra le braccia di Raf: - ...temevo che stessi male, - esclamò il Guerriero - e sono accorso da te!

- Sono preoccupata per la sorte delle Sacerdotesse di Mahar, - rispose l'Amazzone - mia sorella è tra loro.

Quella notte si raccontarono tutta la loro vita sotto lo sguardo vigile di Nusuth, nettamente contraria ai rapporti confidenziali tra le Amazzoni ed i Guerrieri. 

Il mulo di Asiram s'inoltrava nell'intrico della foresta seguendo un sentiero immaginario, stampato nella sua memoria atavica. La vecchia Mercante si limitava a qualche carezza sulla groppa, al fine di incitarlo ad andare avanti, dopo le frequenti soste per cibarsi dei frutti del sottobosco.

- Non possiamo seguire quel sacco di pelo che cambia continuamente percorso fiutando ogni mela caduta per terra, - reagì Dardel, consultando le sue pergamene - stiamo procedendo a zig zag senza alcuna logica!

- Possiamo sempre dividerci in due gruppi e ritrovarci all'antico guado di Perscek, - gli rispose sorridendo Asiram - se arriverò per prima, accenderò il fuoco per la cena.

Così fecero, ma ancora una volta dovettero inchinarsi alla sua sapienza, quando trovarono delle grosse fette di carne già ben cotte sulle brace.

- Con questo cielo limpido il fumo si vedrà fin sulle montagne, - brontolò Raf - il nostro arrivo a Nosambra non sarà più una sorpresa.

- E' l'ultima volta che possiamo cuocere qualcosa sulla fiamma, - spiegò Asiram, rosicchiando golosamente le ossa - stiamo entrando in un mondo fatto di acqua e dovremo adattarci a ben altra dieta. E poi non si va nella terra degli altri senza mandare un avviso, non vorrete passare per predoni?

- E cosa fanno le Hibryan ai predoni, - domandò ridendo Dardel - li stordiscono mostrandosi nude appese agli alberi per la coda?

- Si... e poi li mangiano cominciando dalle parti molle, non ti nascondo che hanno una certa preferenza per quelle degli uomini!

- Stai scherzando vero?

- Io forse sì... ma se fossi in te, non sottovaluterei troppo i loro canini da cinque centimetri!

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Abel Wakaam