Arcano la Quarta Era

48° capitolo

Launam

Launam era la Kioskas dei Mercanti e degli Artisti. La si raggiungeva risalendo il fiume Rosado, uno dei tanti affluenti del Kruill dove, di fatto, venivano i materiali di costruzione per i villaggi di Arcano. Le vie d'acqua costituivano l'ossatura dell'Impero, unici e inamovibili sentieri di riferimento all'interno di una foresta che si faceva a tratti impenetrabile.

Per decreto, la sponda destra costituiva il punto di cammino in risalita, mentre per il ritorno si utilizzava la forza della corrente che permetteva di risparmiare tempo e fatica nei tratti navigabili. Per la stessa strada arrivavano le merci che alimentavano i mercati locali di Kanveska, Kolise e Nakir, mentre Nistra, Ylea e Klivia venivano rifornite dalla Kioskas di Aktual, situata a Nord di Launam ma impossibile da raggiungere se non attraverso un sentiero segreto, non riportato sulle mappe comuni.

Da lì solo gli Dei e gli Eredi al Trono s'inerpicavano sull'altopiano di Aknaba per accedere nella stretta valle che portava alle sacre sorgenti del Kruill, meta ambita dai cercatori di tesori perché un'antica leggenda raccontava di un'immensa miniera di smeraldi usata per adornare i diademi della Corona Imperiale.

Berserk conosceva bene la prima parte dell'itinerario, ma era completamente all'oscuro dei pericoli che lo attendevano al di fuori della terra conosciuta, e l'ordine di Nimira era stato chiaro, avrebbe dovuto cercare personalmente una guida che lo accompagnasse lungo il resto del percorso. Un problema ancora lontano dell'essere affrontato perché, per i due pellegrini, si avvicinava soltanto la prima notte di bivacco.

- Dimmi riccioli d'oro, - lo provocò Hirih, accarezzando la criniera del suo destriero - dove dormiremo stanotte... e chi cucinerà per noi?

- Sta' zitta marmocchia, tu pensa a non farmi innervosire o ti legherò ad un albero sino a domattina! Forse nessuno te l'ha ancora insegnato, ma da queste parti vivono i terribili yalabba.

- L'ho studiato sul libro della conoscenza, i yalabba. non sono pericolosi... si tratta soltanto di una specie di lucertole volanti che si nutrono solo di insetti.

- Forse quelli del tuo libro sono così, - sorrise il Guerriero, facendosi cupo in volto - questi invece pesano quanto un grasso eunuco e succhiano il sangue dal bestiame... e dai mocciosi come te.

- Perché parli sempre degli eunuchi, - rispose seccamente la piccola - senti che diventerai presto uno di loro?

- Adesso basta! - tuonò Berserk, sollevandola per lo zaino - sappi che io sono considerato un maschio molto ambito dalle Amazzoni, e tu sei troppo piccola persino per capirne il motivo.

- Mettimi giù... brutto scimmione puzzolente, - reagì Hirih, scalciando come una puledra impazzita - o sarò costretta a disobbedire al Custode avvelenandoti prima ancora di arrivare alla meta.

- Cos'è questa storia del Custode e del veleno, - brontolò, ributtandola sulla sella in malo modo - di voi due non so proprio se devo fidarmi.

- E' scritto sul libro del Niasae che spetta alla Principessa l'ultima decisione sul suo Maestro d'armi, - mentì  - e questo significa che stavolta sarà io a decidere se avvelenarti o no dopo che mi avrai mostrato il sentiero segreto che porta alle sorgenti del Kruill.

- Ma pork... di questo nessuno mi aveva informato, se le cose stanno così, ti riporto subito al Palazzo!

- Non puoi farlo, - rincarò la dose - se non obbedisci agli ordini di Nimira finirai appeso per i piedi nella grotta dei sodomiti... che non so ancora cosa siano, ma quando qualcuno ne parla, tutti i Guerrieri assumono un'espressione preoccupata.

Prima che calasse il buio, i due giunsero alla Grotta delle cento mani, dove si accamparono per la notte. Lo scoppiettio del fuoco riempì la foresta di mille rumori, ed il canto degli uccelli notturni trasformò ogni ombra nel più terribile dei fantasmi. Finché fu la fame a tenere banco, Hirih sembrava non preoccuparsi di ciò che le accadeva intorno, ma dopo quell'orribile polpetta di drakor, nemmeno la più coraggiosa delle Amazzoni avrebbe potuto prendere sonno.

- Era orribile questa cosa che mi hai rifilato da mangiare...

- Se tu non l'avessi fatta cadere dieci volte nella cenere, forse sarebbe stata meno indigesta. Io avrei una buona medicina per dormire... si chiama birra, ma ho giurato di non fartene sentire nemmeno l'odore.

- Allora farai bene ad allontanarti quando basta a non rovinarmi i capelli col tuo alito, si stanno seccando come paglia al sole. Io dormirò meglio da sola!

Fu la giovane Principessa a cambiare idea per prima, e per quanto trovasse ripugnante avvicinarsi al suo puzzolente accompagnatore, dovette cercare riparo tra le sue forti braccia pelose.

Intanto... molte miglia più a ovest, sulle montagne oltre al Kruill, l'ultimo cargo della Global Detector stava scaricando il suo carico di disperati. - Questo è l'ultimo, - confermò il suo comandante al Generale Mihoky - l'accesso all'orbita del pianeta è stato inibito dal Giudice Primario dell'Unione. Non arriveranno altri Brauni, almeno non fino a quando non lo sostituiranno con uno più malleabile.

- Politici, lurida feccia dell'Umanità! - grugnì il militare, sputando per terra - Ti appoggiano perché hanno sete di denaro e ti abbandonano perché hanno fame di popolarità. Senza di loro avremmo già risolto tutti i problemi della nostra esistenza... ed io non sarei qui a dannarmi per far piazza pulita di questi straccioni, rispettando le loro inutili leggi!

Gridò due ordine secchi e immediatamente i suoi luogotenenti spinsero quella massa umana verso i cunicoli sotterranei traboccanti di fauci spalancate. - Distribuite il rancio e poi metteteli tutti a dormire, domani all'alba finalmente ci muoviamo.

Aveva lineamenti orientali, la testa completamente rasata ed una barba gialla sul viso. Se la passava continuamente con una tinta vegetale a base d'ocra, ne tirava la punta arrotolandola sotto al mento per poi raddrizzarla a mo' di lancia. Vanitoso e irascibile, Mihoky era l'esempio vivente della malvagità e del terrore. Ufficialmente era odiato da tutti, ma i potenti sapevano di poter contare sui suoi servigi per ogni tipo di lavoro sporco, la sua specialità era quella di estirpare interi popoli dalla loro terra nativa, per trapiantarli là dove non avrebbero potuto far altro che morire.

Ora il suo compito era indurre gli Hammers a migrare in una riserva lontano da Arcano e la sua mente perversa aveva messo a punto un piano infallibile per raggiungere lo scopo. Con lui, Mirko e Molina, il primo era il suo braccio destro e la seconda la sua degna compagna. Fratello e sorella, avevano diviso col Generale tutte le campagne di pulizia etnica, nonché i favolosi tesori requisiti sui pianeti di origine.

- La vita è fatta per godere, - soleva ripetere - oro, diamanti, donne e cibo, questo è l'unico ordine a cui non transigo nella mia vita disordinata... io sono il caos ed il resto è noia! Adesso però sono stufo di vivere sotto terra come i topi, mandate un ambasciatore dalla bella Nimira e annunciatele il mio imminente arrivo a corte.

E di grotte era stufo anche Berserk, desideroso di giungere al più presto nella ricca Launam. Appena vide i merletti ordinati delle sue mura, si lasciò andare in un urlo di gioia, rifilando un tremendo scossone ad Hirih. - Quella è la nostra prima meta marmocchia, - gridò - preparati a mangiare, bere e ballare come non hai mai fatto nella tua vita, così stasera ti metterò a letto presto e potrò divertirmi con qualche cara amica dei tempi passati.

- Mia madre ha detto che devo allontanarmi da te solo quando vai dietro ai cespugli perché persino gli Dei non ti stanno accanto in quei momenti. Ovunque tu andrai stasera, io ti seguirò.

Era inutile discutere con lei, ormai l'aveva capito. Cocciuta come un mulo e con la lingua velenosa come quella di un serpente, ma in cuor suo sperava che in un comodo giaciglio crollasse dalla stanchezza, permettendogli di far follie con qualche bella Amazzone desiderosa di buona compagnia.

La prima tappa fu alla "Taverna del grano d'oro" ed il profumo del pane appena sfornato riempiva le narici quando ancora si era in fondo alla via. La specialità della casa erano dei cosciotti di cinghiale cotti sotto la brace ardente e poi immersi nella birra scaldata sullo stesso fuoco. - Per stavolta pago io, - ruggì, gettando tre scaglie di Miara all'oste - prepara due porzioni giganti per me e per questo ammasso d'ossa che mi sta appiccicato ai piedi dalla mattina alla sera.

- E che siano abbondanti, - aggiunse Hirih, mimando la voce e i gesti del suo accompagnatore - altrimenti mio nonno si arrabbia e distrugge tutta la baracca!

- Ma pork... - fu la sua laconica risposta - se continui così mi fai scappare tutte le opportunità di rimorchiare qualche bella porcellina per la notte, siediti in quell'angolo pulce saltellante e non pronunciare più una sola parola.

- Lo sai che non puoi lasciarmi qui da sola, io vengo con te.

- Non ci sono cespugli nelle taverne... svegliati marmocchia, e se qualcuno ti chiede qualcosa, di' che sei una mia lontana parente.

Giusto il tempo di lasciarla e già la sentiva starnazzare parole senza senso, tanto da doversi chiedere cosa stesse combinando in quei pochi istanti della sua assenza.

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Abel Wakaam