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      Arcano la Quinta Era 
      61° capitolo 
      Attacco a Ylea 
        
      Quante volte 
        i fantasmi del passato erano arrivati dall'ombra per turbare i miei sogni... 
        quante volte la notte era stata premonitrice di nuove sventure, concedendomi 
        la visone di ciò che il domani avrebbe riservato alle nostre fragili vite. 
        Ancora non conosco per quale ignara ragione gli spiriti della preveggenza 
        vollero tenermi all'oscuro, quando due intere armate Brauni si ammassarono 
        nella foresta di Knok, proprio di fronte alla Kioskas di Ylea, ignara 
        del pericolo che incombeva sulle sue possenti mura. 
      Sarebbe bastato 
        il fischio di una sentinella perché le possenti asce dei pontieri tagliassero 
        le funi di sostegno come steli di grano spezzati da un rapido colpo di 
        vento, ma troppo tardi risuonò l'allarme affinché si potesse arrestare 
        il dramma. Accadde all'improvviso, poco dopo l'alba, quando il pesante 
        ponte si appoggiò sulla roccia nuda dell'opposta riva, e la pattuglia 
        degli Esploratori si mise pigramente in marcia per il solito giro di ispezione 
        mattutino. 
      All'improvviso, 
        come la folgore che squarcia le nuvole, le orde nemiche sbucarono da ogni 
        dove massacrando gli incauti cavalieri che mai si sarebbero aspettati 
        il loro veemente attacco. Un dardo colpì in piena gola la Kopler in comando 
        ed il sangue rosso come il fuoco prese a scorrere dalle sue labbra al 
        posto del sibilo d'allarme. Nel breve istante che seguì, i Brauni furono 
        padroni del ponte. 
      Con il grosso 
        delle Amazzoni ancora dentro le mura avrebbero potuto infiltrare qualche 
        centinaio di uomini nel profondo delle nostre terre, ma non era quello 
        il loro piano. Sapevano che sarebbe stato impossibile far transitare anche 
        una sola armata nello stretto passaggio sul fiume e che la pioggia di 
        frecce l'avrebbe decimata ancora prima che potesse trovare un riparo. 
        No... il sorriso di Molina dall'alto della sua postazione in cima alle 
        rocce, precedette di un soffio l'ordine di incitare un nutrito gruppo 
        di cavalli, carichi di brandelli di carne sanguinante. Vennero spinti 
        verso il ponte mentre i Brauni lo liberavano da ogni ingombro e la loro 
        corsa si fece ancora più disperata quando le bestie avvertirono i grugniti 
        degli Sciaves che le inseguivano affamati. 
      Passarono 
        il fiume al galoppo, le narici spalancate nello sforzo estremo ed il terrore 
        nel ventre che li accompagnava in quell'ultima fuga disperata. Una volta 
        sulla riva avrebbero ben presto distanziato i loro inseguitori ma la via 
        della foresta si sarebbe fatta ben presto difficile e intricata, ed il 
        fiuto delle belve li avrebbe scovati ovunque. Era quello dunque il piano 
        del nemico, fingere di attaccare la Kioskas di Ylea per poi aprire un 
        varco per gli Sciaves verso la foresta, così da infiltrare quei maledetti 
        predatori nella Terra dell'Arcano. 
      - Di chi 
        è la colpa? - urlò Nurah dall'alto del Pulp - Come è possibile che siano 
        arrivati nei pressi del confine senza che nessuno li abbia avvistati? 
      - Qualcuno 
        non ha fatto il proprio dovere fino in fondo, - si scusò Dardel, chiamato 
        a rispondere dell'operato dei suoi Esploratori - forse non ci aspettavamo 
        un'azione di questo tipo... o semplicemente non siamo stati in grado di 
        prevederla. 
      - Come potrò 
        giustificarmi davanti all'Imperatrice? Come potrò spiegarle che centinaia 
        di quelle bestie immonde hanno infestato la foresta e che ora si aggirano 
        affamate in cerca di prede da divorare? 
      - Incaricherò 
        i miei uomini di scovarle... se li lasciamo riprodurre liberamente diventeranno 
        una minaccia al pari dell'esercito nemico... 
      - No, - sentenziò 
        la Madras - manda tutti i Vulcar in perlustrazione oltre il Kruill, agli 
        Sciaves penserà qualcun altro! 
      Il finto 
        attacco dei Brauni fu soffocato nel sangue, ma la loro azione aveva evidenziato 
        la fragilità delle difese lungo il confine, troppo esposto agli attacchi 
        di un nemico che, a differenza dei ribelli, sapeva muoversi con destrezza 
        e rapidità. Lo stato di allerta fu portato al massimo livello, ma le pattuglie 
        mandate in avanscoperta venivano sistematicamente attaccate, finché fu 
        deciso che i tre ponti sul fiume restassero definitivamente sollevati, 
        precludendo di fatto qualsiasi esplorazione. 
      - Invasi 
        da belve sanguinarie... - fu il laconico commento dell'Imperatrice - questo 
        significa che dovremo distogliere parte delle truppe per ripulire la foresta. 
      - Ci hanno 
        inferto un duro colpo, - commentò Asiram, grande conoscitrice dei sentieri 
        sperduti - sarà impossibile snidarle da quella zona impervia, a meno che 
        riusciamo ad attirarle allo scoperto.  
      - ...sono 
        onnivori vero? - intervenne Kristal - Mangiano di tutto e dunque non sarà 
        difficile allettarli con delle esche succulenti per poi abbatterli con 
        un dardo in mezzo al cuore! 
      Quello che 
        nessuno poteva immaginare è che gli Sciaves, una volta tornati allo stato 
        brado, vivono e attaccano in branchi numerosi, diventando una vera minaccia 
        per tutto ciò che entra nella loro zona di appartenenza. Fu messa una 
        grossa taglia sulla loro uccisione, ma dei primi Guerrieri che si cimentarono 
        nell'impresa non si ebbero più notizie finché non furono ritrovate le 
        loro armi rosicchiate nella radura in cui si erano accampati. 
      In poco tempo, 
        gli Sciaves divennero la causa principale della morte o della sparizione 
        di Hammers fuori dalle mura di una Kioskas, trasformandosi in una minaccia 
        costante per chiunque provasse a contrastarli. Per decreto imperiale furono 
        istituiti dei Corpi Scelti di caccia, chiamanti Sciandares, a cui venivano 
        ammesse soltanto le Amazzoni e i Guerrieri più esperti.  
      Fu 
        allora che un uomo dal volto duro e minaccioso arrivò dai territori del 
        nord portandosi appresso una grossa gabbia in cui erano imprigionate una 
        decina di quelle orribili bestie. Non portava la spada e stava seduto 
        di traverso sul carro sgangherato con cui aveva attraversato la foresta... 
        i capelli legati in una lunga coda sulla nuca ed una giubba di cuoio rosso 
        appoggiata sulle spalle. 
      Si arrestò 
        di fronte alla taverna del Drago Verde, nella piazza di Kolise, tolse 
        i finimenti ai cavalli e chiamò a gran voce uno stalliere affinché li 
        strigliasse e li rifocillasse a dovere. Prima ancora che entrasse nel 
        locale, un capannello di Hammers gli si fecero intorno, per molti di loro 
        era la prima volta che vedevano da vicino un terribile Sciaves. 
      - Come li 
        hai catturati? - chiese balbettando uno di loro. 
      - Con l'astuzia... 
        - rispose - e nello stesso modo si possono catturare anche gli altri. 
        Sono una riserva di carne ricca e gustosa, prima d'ora non avevo mai mangiato 
        niente di simile. Se il proprietario della locanda me li pagherà il giusto 
        prezzo, stasera li faremo allo spiedo sul fuoco di faccio rosso! 
      - Sei uno 
        Sciandares? 
      - Sono quello 
        che sono... - rispose l'uomo, digrignando i denti - ma adoro essere quello 
        che serve in questo preciso momento!  
      In men che 
        non si dica, l'intera Kioskas parlava di lui... del grande cacciatore 
        di Sciaves, l'unico che mai fosse riuscito ad attraversare la foresta 
        senza finire tra le zanne aguzze di quegli orribili animali. 
      Considerati 
        i precedenti, l'arrivo dello straniero destò numerosi sospetti, tanto 
        che Madras Asiram diede ordine che fosse controllato a vista. - Abbiamo 
        già corso troppi rischi col falso guaritore, - commentò - se sbagliamo 
        di nuovo, l'Imperatrice chiederà, a ragione, la mia testa! 
      Cambiò immediatamente 
        idea quando lei stessa poté guardarlo dritto negli occhi. - ...non dire 
        chi sono, - sorrise lo sciandares, chinandosi al suo cospetto - preferisco 
        restare in incognito. Ti porto inoltre i saluti di Boh... è lui che mi 
        ha dato una mano a catturare le bestie! 
      - Vorrei 
        tanto che quel brigante venisse da me... 
      - Lo sai 
        che non può vivere tra quattro mura, quelli come lui sono destinati a 
        vagare all'infinito per rincorrere i propri sogni passo dopo passo. 
      - Sta bene? 
      - Sta come 
        un orso dopo il risveglio dal letargo, - rispose, facendosi serio - e 
        scuoierebbe viva la Kopler che comandava le sentinelle al ponte. La situazione 
        è molto grave... gli Sciaves stanno diventando una calamità per la fauna 
        dell'intera foresta, distruggendo sistematicamente ogni cosa e c'è il 
        rischio che, facendosi sempre più numerosi, attacchino persino le fattorie 
        isolate. I contadini hanno paura e abbandonano i campi, in questo momento 
        di carestia, questa ulteriore sventura proprio non ci voleva! 
      - ...il grano, 
        - sbottò la Madras - se è la causa dell'infertilità della nostre donne, 
        potrebbe almeno fermare la riproduzione di quelle belve, dobbiamo fare 
        in modo di attirarle verso i campi coltivati con la semenza modificata, 
        non è la soluzione finale ma può essere un rimedio! 
      - Vengo da 
        Aktual e da Launam, le coltivazioni sono state date alle fiamme per purificare 
        la terra e credo che altrove sia stato fatto altrettanto. 
      - Perché 
        hai lasciato il tuo rifugio per venire sin qui? - gli chiese Asiram, accarezzandogli 
        dolcemente il viso - E non dirmi che il motivo sono gli Sciaves perché 
        non ti credo. 
      - A volte 
        il sole torna a riflettersi sul candore della neve per raggiungere le 
        profondità dei crepacci che ha visto solo di sfuggita, nemmeno l'ira dell'Imperatrice 
        potrà tenermi lontano dai suoi sogni. 
      - Se Nimira 
        saprà che sei giunto a Kolise, io sarò la prima a pagarne le conseguenze. 
      - Allora 
        non diglielo, - sussurrò sorridendo lo straniero - e forse riusciremo 
        a salvare entrambi la pelle. 
      L'anziana 
        Madras si lasciò sfuggire una risatina beffarda, si fece portare il sigillo 
        imperiale e lo premette con forza sulla pergamena: - ...finché resterai 
        nella mia Kioskas non dovrai temere l'ira di nessuno, ma un solo passo 
        verso il Palazzo Imperiale decreterà la nostra fine.  
  
      
      Abel Wakaam 
        
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